8-9-10 Ottobre 2010
Le Touring sulle Dolomiti
Tra bellezze naturalistiche e tradizioni secolari dell’Alto Adige
Raduno di autunno del Registro Internazionale Touring Superleggera
Che io ricordi, l’ultima apparizione ufficiale della Carrozzeria Touring Superleggera sulle Dolomiti, fu il 27 Luglio 1956, al Concorso di Eleganza di Cortina d’Ampezzo per vetture fuori serie, abbinato alla Coppa d’Oro delle Dolomiti, corsa di velocità su strada che in quell’anno visse la sua ultima edizione, come tutte le altre corse di quel genere, proibite definitivamente a seguito del tragico incidente alla Mille Miglia del 1957.
Anche per il Concorso d’Eleganza quella fu l’ultima edizione e l’ho ricordata perché fu presentata dalla Carrozzeria Touring l’ultima versione della Alfa Romeo 1900 Super Sprint e a condurla in pedana, davanti al pubblico fu mia madre Anna. Il Registro Touring Superleggera ha voluto affettuosamente ricordarla, inserendo la fotografia di quell’avvenimento nella targa della manifestazione, che le vetture partecipanti avevano fissata sul frontale.
Venerdì 8 Ottobre ritrovo a San Vigilio di Marebbe, presso l’hotel del nostro amico Franz Call, Ladino puro, entusiasta organizzatore e anfitrione del Raduno, che ci accoglie subito nel giardino con un rinfresco di stuzzichini locali e Prosecco. Contiamo una trentina di vetture, fra le quali spiccano una AR 6C 2300 B MM del 1938 e una AR 6C 2500 S Cabriolet “Touringa” del 1945. Una partecipazione più che soddisfacente, dato il periodo dell’anno e il tempo incerto.
Con Franz Call ad aprire la strada e suo figlio, in moto a chiudere la carovana, partiamo sotto un cielo con nuvole alte che però lasciano spazio ad ampie zone assolate, esaltando i colori gialli e rossi dell’autunno. Scendiamo la Val Badia, raggiungiamo la statale della Val Pusteria che percorriamo fino a Dobbiaco, dove visitiamo la fabbrica di speck Nocker, a conduzione famigliare, artigianale, ma modernissima nelle attrezzature. Dopo la visita, il Sig. Nocker e la sua gentile Signora ci fanno assaggiare le loro specialità: speck di vari tipi e stagionature, salamini di cervo affumicati ed altre leccornie, che poi, ovviamente, molti di noi acquistano allo spaccio aziendale.
Si è fatto però tardi quando ripartiamo, per cui dobbiamo rinunciare alla prevista sosta al lago di Braies, troppo in ombra ormai e dopo una breve corsa arriviamo a Valdaora e parcheggiamo sul piazzale della Funivia del Plan de Corones, aperta appositamente per noi. Dalla sommità si gode uno stupendo panorama sulle Dolomiti di Sesto illuminate, pur fra le nuvole, in una “enrosadira” mozzafiato. Ottima cena tipica al Ristorante Cima, del simpaticissimo Eugen Ellemunt.
Dopo la cena, scendiamo nuovamente a valle in funivia e percorrendo, prudentemente, il passo Furcha, torniamo a San Vigilio.
Sabato mattina, puntuali alle 9.00, partenza per il giro dei passi dolomitici. L’inizio non promette nulla perché una nebbia di nuvole basse ci accompagna per tutto il primo tratto, nascondendo un panorama a me molto famigliare, ma ancora sconosciuto per molti, fra i quali un nostro socio venuto da Caserta con la sua Flaminia GT. Superiamo il Passo Gardena con visibilità 100 metri scarsi, scendiamo verso Plan de Gralba e risaliamo al Passo Sella, dove facciamo la prima sosta. Le nuvole si alzano e verso le 11, come previsto da Franz, esce anche un po’ di sole.
Dopo le foto di rito, ripartiamo e a metà discesa dal Sella, prendiamo a sinistra per il Passo Pordoi. Lungo la salita riesco a scattare alcune foto alle vetture, sotto a un raggio di sole. Passiamo Arabba e dopo Livinallongo attacchiamo la salita per il Passo Falzarego. Le schiarite e la comparsa del sole si fanno più frequenti e dopo aver parcheggiato le vetture saliamo in funivia al Rifugio Lagazuoi. Dalle nuvole spuntano le Tofane, già imbiancate dalla prima neve, il Sorapis, l’Antelao, il Pelmo, la Marmolada, la Cima Boè del Gruppo Sella e, più vicine, le Torri del Fanis. Sulla terrazza del Rifugio, prendiamo il sole in attesa della chiamata a tavola. Pranzo tipico di montagna con capriolo e funghi porcini.
Torniamo a valle con il sole che ha quasi vinto la battaglia con le nuvole e attraverso il Passo Valparola rientriamo in Val Badia, tutta un tripudio di larici gialli, faggi e aceri rossi frammisti a pini sempreverdi. A San Martino in Badia visitiamo il Museo Ladino, ospitato nell’antico Castel Tor. Poi rientro in albergo, assemblea dei soci del registro e cena di gala.
Domenica mattina, sempre puntuali alle 9.00, partiamo con il sole, finalmente, e con Bressanone per meta, ma Franz ci guida per una strada secondaria ma stupendamente panoramica, che da Pieve di Marebbe scende a mezza costa verso Brunico. A Stegona passiamo l’incrocio con la Statale e portandoci sul lato destro della valle, percorriamo la splendida strada panoramica che porta a Falzes, Issengo e Terento; da qui si riscende a valle presso Vandoies di sotto. Pochi chilometri di Statale della Pusteria e poi per strade secondarie attraverso vigneti e frutteti (mele!!) arriviamo a Bressanone.
Parcheggiamo nei pressi del centro storico e visitiamo la città, piena di turisti tedeschi e austriaci, seguendo Heinz, un simpatico professore di liceo che ci fa da guida. Peccato che i negozi dei famosi portici del centro storico sono rigorosamente chiusi, nonostante la folta presenza di turisti, secondo un abitudine tipicamente nordica.
Verso l’una ripartiamo e dopo pochi chilometri raggiungiamo i vigneti di Varna, dove ci aspetta un altro tipico, ricco pranzo presso l’agriturismo GriesserHof. Brindisi di saluto e arrivederci al prossimo raduno, ma prima di ripartire verso casa, l’acquisto di alcune bottiglie dell’ottimo vino bianco della fattoria (Muller Turghau e Kern) è d’obbligo.
Giovanni Bianchi Anderloni
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